La Parrocchia

La Parrocchia

Orario Sante Messe

Domenica

  • S. Messa ore 11:00

Mercoledì

  • S. Messa ore 20:00

Sabato

  • S. Messa Prefestiva ore 20:00

Sito ufficiale Diocesi di Faenza-Modigliana

Unità Pastorale "Il Melograno"

Sante Messe Festive
Prefestiva ore 18:00 – Granarolo
Prefestiva ore 20:00 – Pieve Cesato
Ore 09:00 – S. Andrea
Ore 09:30 – Fossolo
Ore 10:00 – Pieve Cesato
Ore 11:00 – Granarolo

Sante Messe Feriali
Lunedì ore 08:00 – Granarolo
Martedì ore 20:00 – S. Andrea
Mercoledì ore 20:00 – Pieve Cesato
Giovedì ore 20:00 – Granarolo
Venerdì ore 20:00 – Granarolo

1° venerdì del mese a Granarolo dalle 20:30 alle 21:30 Adorazione e Confessioni
1° sabato del mese a Granarolo dalle 09:00 alle 11:00 Adorazione e Confessioni

Quaresima
Tutti i venerdì di quaresima Via Crucis alle ore 20:00 a Sant’Andrea e alle ore 20.30 a Granarolo

Calendario Ufficiale

“La Parrocchia Famiglia di Famiglie”

Obbiettivo di Pieve Cesato? Permettere a tutte le famiglie di trovare una parrocchia viva e accogliente

La Storia

Sulla data del primo insediamento vi sono diverse versioni: 755 d.C. – 775 d.C. – 889 d.C. Di certo presso l’Archivio dell’Archidiocesi di Ravenna è conservata una pergamena del 20/11/889 che dà testimonianza dell’antica Pieve. (“La duchessa Engelrada concede in affitto terreni e vigne in Massa Prata Territoris Faventino Plebe S. Joannis qui vocatur in Axigata”) Nel margine superiore della pergamena una mano del XVII-XVIII ha scritto la data 775, probabilmente indotto in errore dalla annotazione suddetta. Per dirimere la questione sulla data sarebbero necessarie delle testimonianze archeologiche che non si escludono, scavando intorno alla costruzione dell’edificio sacro. Fin dalle sue origini la Pieve di Cesato ha risentito di influenze ravennati come testimoniano il suo impianto architettonico simile a quello delle Basiliche paleocristiane della zona di Ravenna, ciò è noto da una cospicua serie di documenti rinvenuti nell’archivio della suddetta città, documenti che portono date dal 889 in poi.

Sull’edificio sacro si sono succeduti vari interventi che hanno reso quasi del tutto irriconoscibile l’antica struttura romanica a tre navate. E’ stato lo studioso Gerola (1914) che ha descritto in un suo saggio i risultati emersi nel corso degli scavi e dei sondaggi che la Soprintendenza effettuò nel novembre del 1913. Così, come nel disegno, doveva apparire l’antica Pieve di Cesato.

Per quanto concerne il Campanile della Pieve va riferito che nei giorni 23-24-25 luglio del 1950 si è fatto uno scavo nell’angolo sud/ovest ove si aveva notizia dell’antico campanile. “Alla profondità di metri 3,70 iniziano le fondamenta e continuano sempre più in basso in buono stato. Il capomastro Pietro Renzi di Russi, imprenditore ed esecutore di fabbricati edili, presente nelle fasi dello scavo, sostiene possono essere una base valida per la ricostruzione di un nuovo campanile di discreta altezza”. Questa nota è dell’Arciprete Sante Minghetti che l’ha scritta di suo pugno nella prima pagina del Registro dei Battesimi anni 1936-1999. Il Campanile, specialmente nella vita della campagna aveva tutta una sua importanza: invitava la gente del contado alla Messa nel giorno di festa, alle riunioni, serviva per avvisare se vi era un incendio. Inoltre scandiva il tempo della giornata: della Messa mattutina, del mezzogiorno, dell’Angelus, dell’Ave Maria nel Vespro per indicare la fine del lavoro nei campi.

Le Pievi furono le chiese matrici di altre chiese che sorsero solo in seguito. Venivano chiamate anche Chiese battesimali perché avevano il privilegio di avere il Battistero. Nelle Pievi veniva inviato dal Vescovo un certo numero di Presbiteri, si formava così una Comunità organizzata per l’esercizio del ministero sacro, a capo della quale veniva nominato un Archipresbyter o Arciprete. Dalla Pieve dipendevano un numero di Cappelle equivalenti le attuali Parrocchie, ma solo nella Pieve veniva amministrato il Battesimo. Inoltre, le Pievi, non erano soltanto un centro religioso nel quale ci si recava a pregare; erano anche una entità territoriale: erano il cuore della gente di campagna. Ivi si radunavano i capi famiglia per discutere e prendere decisioni sui fatti riguardanti la Comunità. Grande importanza rivestiva il Sagrato della Pieve: nei giorni di festa si tenevano canzoni religiose e profane, si aprivano le fiere, il contadino scambiava: grano, vino, miele, formaggi con stoffe e altri prodotti provenienti dalla città. Per poter approfondire alcuni argomenti come ad esempio: “su la vita di una Pieve di Romagna”, oppure ” su dove era normalmente collocata una Pieve”, è necessario fare riferimento alle descrizioni di M.Tabanelli nel libro: “Visita alle Pievi di Romagna”.

Sull’edificio sacro si sono succeduti vari interventi che hanno reso quasi del tutto irriconoscibile l’antica struttura romanica a tre navate. E’ stato lo studioso Gerola (1914) che ha descritto in un suo saggio i risultati emersi nel corso degli scavi e dei sondaggi che la Soprintendenza effettuò nel novembre del 1913. Così, come nel disegno, doveva apparire l’antica Pieve di Cesato.

Il Battistero della Pieve di Cesato. All’interno della Pieve si può ammirare un pregevole Capitello corinzio di stile bizantino, attribuito al VI° secolo, adattato a Fonte Battesimale. Oggi è ben visibile anche perché sostiene la Mensa della celebrazione eucaristica. Presenta una decorazione di influenza asiatica chiamata “ad ali di farfalla.” Il “fratello” di questo capitello si trova a Ravenna nella Chiesa di San Vitale. Un secondo capitello, databile sempre al VI° secolo funge da Ambone.

L’interno della Chiesa. L’interno della Chiesa si presenta ordinato e pulito. Va ricordato che l’Arciprete Sante Minghetti 120 anni or sono trasformò l’interno in un aspetto baroccheggiante, tenendo per quarant’anni, le impalcature e arricchendola con stucchi in gesso alabastrino, con un altare intarsiato in marmo e, in marmo, anche il pavimento nella zona del Presbiterio. Pregiate sono le Ancone negli altari della Madonna,del Sacro Cuore e della Cantoria ove sussiste un vecchio Organo non più funzionante.

La Pala del Battesimo di Gesù. Quanto si è provveduto al rifacimento del tetto, nella soffitta è stata rinvenuta una vetusta pala d’alatare con la raffigurazione del Battesimo di Gesù di autore ignoto. Lo stato del dipinto su tela è molto malmesso e ha bisogno di un sostanzioso restauro. Oggi la Chiesa vanta di possedere una Pala raffigurante Giovanni Battista, titolare della Chiesa stessa, mentre battezza Gesù, opera del pittore locale Tommasino Peroni. E’ stata collocata nell’Abside, dietro l’altare maggiore.

L’Immagine della Madonna. Nella Chiesa della Pieve di Cesato, da tanti anni, vi è la festa (terza domenica di ottobre) della B.Vergine Maria, venerata con il bel titolo di Madonna del Popolo. L’immagine è di grande bellezza, opera degli artisti Ballanti/Graziani; sembra essere vestita da un vero e proprio manto, ma in effetti è soltanto dipinto a mano con i disegni floreali di una antica pianeta, registrata e conservata nella Sacrestia.

Nel 2009, in omaggio ai tanti apicoltori della Parrocchia e d’Italia, l’Arciprete mons. Vittorio Santandrea ha commissionato la Madonna del Miele. Si tratta di una pregevole ceramica faentina opera della scultrice Benita Tampieri e decorata dalla sig.ra Anna Gorra Strocchi, ambedue già lavoranti nella Bottega di Pietro Melandi di Faenza. Si trova sistemata su di una residenza recuperata e restaurata.

Le Statue dei Santi. Nella Chiesa di Pieve Cesato vengono venerati anche i Santi: San Giuseppe, Sant’Antonio abate, San Luigi Gonzaga e Sant’Antonio di Padova. Le statue che li raffigurano sono di ottima fattura, degli artisti Giovan Battista e Francesco Ballanti Graziani di Faenza.(1762-1835).

La Cappella invernale. L’edificio era certamente una Navata laterale della Chiesa, poi dismessa per fare spazio ai Presbiteri che erano alla Pieve e che collaboravano con l’Arciprete. Dopo la recente ristrutturazione si presenta ottimamente da Cappella sempre utilizzata per le Sante Messe feriali del periodo invernale e per Incontri di carattere spirituale e formativo.

La Madonna del Miele

E’ un omaggio ai diversi apicoltori presenti nella Comunità della Parrocchia di Pieve Cesato, antica Pieve dell’Esarcato, della Diocesi di Faenza, nella Frazione del Comune di Faenza (Ra) e per la simbologia che l’ape riveste. Essa, infatti, è simbolo della vita, di una comunità, di regalità, di saggezza, di laboriosità per il bene comune, di zelo, di fedeltà, di prosperità. In Occidente l’ape è anche chiamata ” Uccello del Signore” o “della Madonna” e si può considerare simbolo dell’anima. E’ anche per questo che l’Arciprete Mons. Vittorio Santandrea, ha commissionato una pregevole immagine della “Madonna del miele” in ceramica. L’opera è stata realizzata con la particolare ‘Creta di San Cristoforo‘ che si trova nei calanchi di Brisighella nella proprietà di Umberto Santandrea, modellata dall’artista Benita Cappelli Tampieri; e decorata a pennello con antichi smalti da Anna Gorra Stocchi entrambe collaboratrici nella Bottega del celebre ceramista faentino P.Melandri. Si tratta di un pannello di cm.37 x cm.36. La Beata Vergine ha il capo coperto da un velo che nasconde, in parte, una folta capigliatura; il volto è quello sereno, ma un poco austero e preoccupato come quello di una mamma. Il Bambino Gesù è sulle ginocchia saldamente tenuto dalla Madonna; volge il suo sguardo a Lei mentre indica con la mano destra un’arnia di api che contiene il dolce miele. Cinque api stanno raccogliendo il polline dai vari fiori presenti nel prato e nei due mazzi collocati in alto. Loro stesse quasi vorrebbero poter dare il miele al Bambino Gesù.

E’ un’opera di straordinaria bellezza e di fattura assai pregevole. Gli apicoltori, così numerosi, a Pieve Cesato ma anche in tutta Italia, da oggi possono rivolgersi alla Madonna del miele, venerata con questo nuovo titolo e con la preghiera. Va detto pure che nella Parrocchia di Pieve Cesato il 29 giugno 2008, nel 40° anniversario della Ordinazione presbiterale dell’Arciprete mons. Vittorio, è stato già inaugurato un pilastrino dedicato alla ” Madonna dell’Attenzione ” con attorno 24 api in bronzo e con la dicitura: “Certatim apes volitant ad Virginis aram “.

Attività Parrocchiali

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